GP ROMA 2019:
Every horse, every day, you learn something new - the horse will teach you. Horses will teach you everything. And then, when you think you know everything, you know nothing. Daniel Bluman |
Testo e foto di Giulia Iannone
Il 29enne Bluman, Colombiano
di nascita, ma di famiglia Israeliana, monta dal 2016 per Israele.
Giornata di chiusura a
Piazza di Siena, il tradizionale Gran Premio Roma, ha come
protagonista la pioggia battente ed
incessante di tradizione.
Erano 44 i binomi a partire.
Ben 13 sono italiani.
Manca all’appello, già al primo giro, la riviera, troviamo solo il fosso al n.12.
C’è un maledetto numero 6 dritto di tavoline bianco e rosso custodito da una dea che si è divertita a mettere il bastone tra le ruote a moltissimi binomi. Sono solo 4 i netti al primo round, benchè ne fossero stati previsti 6 o 7: per il Belgio, l’elegantissimo e puntuale Olivier Philippaerts, per altro primo a partire, con H&M Extra; l’irlandese Cian O’Connor, noto per la sua grinta e determinazione, sulla grigia Irenice Horta, cavalla belga in passato montata da Lorenzo De Luca, e che l’irlandese monta da pochissimi mesi, appunto l’israeliano Daniel Bluman, su Ladriano Z castrone baio del 2008 da Baloubet de Rouet, cavallo discendente dallo stallone simbolo della scuderia del suo mentore Nelson Pessoa e quello del nostro Luca Marziani sullo stallone dall’occhio intelligente, Tokyo du Soleil. Entra poi l’americana Jessica Springsteen con 1 penalità di fuori tempo su Fleur de L’Aube, che si ritirerà al secondo round per una incomprensione giunta subito con la sua cavalla 14enne, forse per eccesso di pressione ed inesperienza.
Erano 44 i binomi a partire.
Ben 13 sono italiani.
Manca all’appello, già al primo giro, la riviera, troviamo solo il fosso al n.12.
C’è un maledetto numero 6 dritto di tavoline bianco e rosso custodito da una dea che si è divertita a mettere il bastone tra le ruote a moltissimi binomi. Sono solo 4 i netti al primo round, benchè ne fossero stati previsti 6 o 7: per il Belgio, l’elegantissimo e puntuale Olivier Philippaerts, per altro primo a partire, con H&M Extra; l’irlandese Cian O’Connor, noto per la sua grinta e determinazione, sulla grigia Irenice Horta, cavalla belga in passato montata da Lorenzo De Luca, e che l’irlandese monta da pochissimi mesi, appunto l’israeliano Daniel Bluman, su Ladriano Z castrone baio del 2008 da Baloubet de Rouet, cavallo discendente dallo stallone simbolo della scuderia del suo mentore Nelson Pessoa e quello del nostro Luca Marziani sullo stallone dall’occhio intelligente, Tokyo du Soleil. Entra poi l’americana Jessica Springsteen con 1 penalità di fuori tempo su Fleur de L’Aube, che si ritirerà al secondo round per una incomprensione giunta subito con la sua cavalla 14enne, forse per eccesso di pressione ed inesperienza.
Daniel Bluman intervistato dalla stampa internazionale dopo la press conference ufficiale 2019 |
Tra
gli altri 11 binomi che hanno accesso alla seconda manche c’è anche Giulia Martinengo Marquet su Elzas, castrone
baio di 10 anni da Diamant de Semilly, straordinariamente insieme a districarsi
sul percorso, che chiuderanno al quinto posto. Al sesto posto concluderà , invece
Luca Marziani ,su Tokyo du Soleil ,che nello spingere il piede sull’acceleratore
al secondo round, incappa in un errore al penultimo ostacolo, per colpa di quella girata a
mano destra che fa fatica a venire al figlio di Montender. Ci provano
l’irlandese Karragh Kenny che chiuderà al quarto posto – eppure il suo 37,86
era stato il tempo più veloce ma era entrato con 4 penalità al giro base- e
sono costretti ad inseguire l’americana Laura Kraut, lo svedese Fredrik Jonsson
con la sua monta vigorosamente vichinga tutti pesanti del bagaglio di un errore
al primo giro, mentre Farrington e Von Eckermann nel tentativo di accelerare
aggravano il pesante fardello di errori chiudendo a 12 penalità. Quindi il
podio vedrà Cian O’Connor al secondo posto nel tempo di 40,64, Olivier
Philippaerts terzo con 40,64 ed al primo posto, ovviamente con doppio netto nel
tempo di 39,47 il cavaliere che non ti aspetti Daniel Bluman.
il colpo d'occhio dell'ovale di Piazza di Siena durante la ricognizione del tracciato del Gran Premio Roma 2019 |
Daniel, nato in Colombia il
15 marzo 1990. Suo nonno è sopravvissuto all’olocausto, dopo aver trascorso 3
anni nel campo di concentramento di Auschwitz e si è trasferito in Colombia
dopo la Liberazione. Il
giovane Daniel ,ha cominciato a montare all’età di 3 anni. Come Young
Rider, ha gareggiato in Colombia,
Germania, Usa. Ha avuto la possibilità di lavorare con i più importanti
istruttori al mondo, tra cui il Campione Brasiliano Nelson Pessoa, nelle sue
scuderie in Belgio ove è rimasto alcuni anni. Nel 2007 Bluman si è mosso dalla
Colombia a Wellington, Florida, per dedicarsi attivamente alla sua carriera
equestre.
Daniel Bluman ha dedicato la vittoria al suo mentore, Nelson Pessoa, ed al suo idolo equestre, Eric Lamaze, che sta combattendo la battaglia della vita |
Ha all’attivo, per dirla in breve, moltissime partecipazioni a tre
Campionati del mondo ( Lexington, Caen e Tryon), Giochi pan-americani nel 2011,
due Giochi Olimpici( Londra e Rio De Janeiro) giusto per citare quelli più
rappresentativi e significativi. Cittadino Colombiano ed Israeliano ( la
nazione di origine della madre) Daniel Bluman, ha deciso, dopo i Giochi Olimpici del 2016, di
cambiare nazionalità, e continuare a gareggiare sotto i colori bianchi ed
azzurri in cui campeggia al centro, la stella a 6 punte di Davide, quel Sigillo di Salomone per il quale
oggi, Daniel , ha vinto a Roma il Gran Premio sullo storico ovale dal manto erboso, nella
città eterna. La prima volta del Colombiano-israeliano che seguiva la prestigiosa gara per televisione sognando,un giorno, di conquistare sul campo la lupa capitolina. Domenica è già storia : Daniel Bluman ha scritto a chiare lettere, nell’albo d’oro di questo prestigioso
appuntamento equestre internazionale, il proprio nome assieme a quello dei grandi cavalieri della storia.